Le spose riacquistate poema giocoso
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Autore: Gozzi Carlo; Farsetti Daniele; Crotta Sebastiano
Editore: Venezia: Dalla Tipografia di Alvisopoli, 1819
Codice: ANT139
Periodo:
XIX Secolo
Prezzo di vendita: 200,00 EUR
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Descrizione:
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In-8 (20 cm) XXIII (1) 232. Brossura editoriale. Parzialmente intonso, in barbe; carta vergatina settecentesca. Piatti usurati agli angoli; gora insistente alle ultime carte. Prima edizione. Carlo Gozzi (1720-1806). Nato a Venezia nel 1720 da famiglia nobile, ma in gravi difficoltà economiche. Carlo si rifiutò sempre, per orgoglio aristocratico, di ricavare guadagni dalla sua attività di letterato. Nel 1747 fu con il fratello Gasparo tra i fondatori dell'Accademia dei Granelleschi di Venezia, una delle istituzioni più conservatrici del XVIII secolo italico. In polemica con Goldoni e con Chiari, colpevoli di aver messo in scena argomenti troppo realistici e plebei, pubblicò alcuni scritti satirici, come "La tartana degli influssi per l'anno 1756" (1757). Nel 1761- 1765 fece rappresentare con successo dalla compagnia del 'Truffaldino' Antonio Sacchi dieci Favole teatrali che riprendevano schemi e maschere della commedia dell'arte. In tutta l'opera di Carlo Gozzi costante è l'acre, pungente e puntigliosa polemica contro i princìpi illuministici. Raggiunge apprezzabili esiti solo quando, allentata la tensione, la polemica si risolve in invenzioni umoristiche e fantastiche. Morì a Venezia nel 1806. L'argomento di questo "giocoso poemetto" fu tratto da un'avvenimento del secolo decimo che gli "Istorici veneziani" riportano come accaduto tra il 920 e il 944, sebbene non siano concordi tra loro sull'anno preciso;…in quel "tempo in cui si vuole che in Venezia le donzelle promesse a marito si portassero annualmente alla Chiesa di S. Pietro in Castello col corredo ognuna della propria dota, per effettuare coi sacri riti il loro matrionio. Di tale costume istruiti li Corsari triestini macchinarono di rapire insieme colle Spose le dote,…, cogliendo all'impensata le Spose mentre li veneziani disarmati impedir non poteano così perversa soperchieria. |
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