In omnes M. Tullii Ciceronis Orationes doctissimorum virorum Lucubrationes, accurate in unum uolumen collectae, locisque non paucis ad ueritatem emendatae. Adiectis Q. Asconij Pediani commentarijs, cum correctionibus Pauli Manutii propè innumerabilibus. Rerum ac uerborum in ijsdem lucubrationibus memorabilium plenissimus Index.

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In-folio (30 cm) 1406 colonne (2) (26) Frontespizio con marca xilografica editoriale Ancora con delfino e la scritta: Aldus. In cornice. Capilettera figurati. Piena pergamena con titolo manoscritto al dorso. Qualche foro da tarlo nelle ultime pagine. Numerosissimi errori di numerazione delle pagine. (475-576 invece di 445-446, 452-453 invece di 451-452, saltato 829, ripetuti due volte 1027 e 1028, 2026-2027 invece di 2038-2039, da 1161 a 1176 invece di 2156 a 2171, invece che 2179 ricomincia da 1185, 1229-1230 invece di 1249-1250, 1265-1266 invece di 1251-1252, 1251-1252 invece di 1253-1254 quindi ricomincia da 1249, 1235-1236 invece di 1253-1254, 1273-1274 invece di 1269-1270 1251-1252 invece di 1271-1272, 1235-1236 invece di 1273-1274, 1342-1344 invece di 1355-1356, 1371-1372 invece di 1403-1404). Collazionato e completo. Asconio Pediano (146-43 a.C.) fu un filologo padovano vissuto nel primo secolo d. C.; secondo san Girolamo divenne cieco a settantadue anni, e sopravvisse altri dodici anni circondato dalla stima generale. L’anno 75, cui accenna san Girolamo, è secondo alcuni l’anno in cui divenne cieco, secondo altri la data della sua morte. Di lui ci resta un commento composto, a quanto sembra, tra il 54 e il 57, e che gli diede grande fama, a cinque orazioni ciceroniane: In Pisonem, Pro Scauro, Pro Milone, Pro Cornelio e In toga candida. Dal momento che queste ultime due orazioni sono andate perdute, il commento è prezioso anche ai fini della loro ricostruzione; esso ha un taglio più storiografico che linguistico; le sue annotazioni, volte a ricostruire la cornice storica in cui si inseriscono le orazioni, si basano su ottime fonti, utilizzate spesso di prima mano e sottoposte a vaglio critico da parte dell’autore, che in questo senso si comporta a volte davvero come un buon filologo moderno. Delle altre sue opere si sa pochissimo: aveva scritto un Contra obtrectatores Vergilii ("Contro i detrattori di Virgilio") e una Vita Sallustii di cui ci resta solo il titolo. Manuzio, Paolo Tipografo. Nato a Venezia nel 1512 e morto a Roma nel 1574; figlio di Aldo il vecchio. Nel 1533 riaprì la stamperia. Nel 1558 fu chiamato a ricoprire la cattedra di eloquenza all'Accademia Veneziana ma anche ad impiantare una tipografia. Nel 1561 fu chiamato a Roma da Pio IV per dirigere la Stamperia del Popolo Romano. Eredi di Aldo il vecchio furono i suoi figli, Marco Manuzio, Antonio e Paolo, tutti minorenni alla morte del padre; l'azienda venne perciò gestita in un primo tempo da Andrea Torresano il vecchio, socio e suocero di Aldo, e dai suoi figli, Giovanni Francesco e Federico. Divenuto maggiorenne Paolo, terzogenito di Aldo, la società con i Torresano proseguì fino al 1540; in seguito i Manuzio e i Torresano continuarono a lavorare separatamente. Renouard 153.4. In-folio (30 cm) 1406 columns (2) (26) Title page with editorial woodcut mark. Anchor with dolphin and the writing: Aldus. In frame. Figurative drop caps. Full parchment with handwritten title on the spine. Some worm holes in the last pages. Numerous page numbering errors. (475-576 instead of 445-446, 452-453 instead of 451-452, skipped 829, repeated 1027 and 1028 twice, 2026-2027 instead of 2038-2039, from 1161 to 1176 instead of 2156 to 2171, instead of 2179 starts again from 1185, 1229-1230 instead of 1249-1250, 1265-1266 instead of 1251-1252, 1251-1252 instead of 1253-1254 then starts again from 1249, 1235-1236 instead of 1253-1254, 1273-1274 instead of 1269-1270 1251-1252 instead of 1271-1272, 1235-1236 instead of 1273-1274, 1342-1344 instead of 1355-1356, 1371-1372 instead of 1403-1404). Collated and complete. Asconius Pedianus (146-43 BC) was a Paduan philologist who lived in the first century AD. C.; according to St. Jerome he became blind at the age of seventy-two, and survived another twelve years surrounded by general esteem. The year 75, which Saint Jerome mentions, is according to some the year in which he became blind, according to others the date of his death. What remains of him is a commentary composed, apparently, between 54 and 57, and which gave him great fame, to five Ciceronian orations: In Pisonem, Pro Scauro, Pro Milo, Pro Cornelius and In toga candida. Since these last two orations have been lost, the commentary is also valuable for the purposes of their reconstruction; it has a more historiographical than linguistic slant; his annotations, aimed at reconstructing the historical framework in which the orations are inserted, are based on excellent sources, often used first hand and subjected to critical scrutiny by the author, who in this sense sometimes truly behaves like a good modern philologist. Very little is known about his other works: he wrote a Contra obtrectatores Vergilii ("Against Virgil's detractors") and a Vita Sallustii of which only the title remains.

  • Autore:Asconius Pedanius Quintus; Cicero, Marcus Tullius

  • Editore:Venetiis: apud Aldi filios, 1552.

  • Codice:ANT1145

  • Periodo: XVI Secolo

Prezzo:1.700,00 EUR