Rimario del signor Girolamo Ruscelli, colla dichiarazione, colle regole, e col giudizio, per saper convenevolmente usare, o schifare le voci nell'esser loro cosi nelle prose, come ne' versi: premessovi il Trattato del modo di comporre in versi nella lingua italiana del medesimo autore. Edizione esattamente riveduta, riordinata, ed ampliata di molte desinenze, e di moltissime voci tratte da Dante, dall'Ariosto, dal Tasso, e da qualche altro autore, come apparisce dalla lettera al lettore.

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In-8 (19 cm) 476 mezza pelle. Senza pagine bianche. Mezza pelle, con piatti rivestiti da carta marmorizzata. Girolamo Ruscelli, nacque a Viterbo (da famiglia definita da fonti diverse di umili origini, o di piccola nobiltà, o di notai), verosimilmente nel 1518, anche se nella maggior parte dei testi il suo anno di nascita risulta ancora il 1504. Si trasferì in seguito ad Aquileia, a Padova, a Roma, dove nel 1541 fondò l'"Accademia dello Sdegno", a Napoli, e infine, nel 1548, a Venezia, dove rimase fino alla morte. Il termine esatto per descrivere la sua attività è poligrafo ossia scrittore degli argomenti più vari, sia come autore o curatore, sia per conto terzi. Amico di Bernardo Tasso, ne viene fornito dal figlio di questi Torquato un ritratto manieristico nel dialogo Minturno, o della bellezza. È in genere accettata la sua identificazione con Alessio Piemontese (in latino, Alexius Pedemontanus), pseudonimo sotto cui venne pubblicato un ricettario alchemico e tecnologico che ebbe un enorme successo, ristampato per oltre due secoli e tradotto in numerose lingue (francese, inglese, tedesco, latino, olandese, spagnolo, polacco, danese). Si impegnò alla linguistica, e compilò un Rimario rimasto in uso fino al XIX secolo.

  • Autore:Ruscelli Girolamo

  • Editore:In Venezia: presso Simone Occhi, 1790

  • Codice:ANT1499

  • Periodo: XVIII Secolo

Prezzo:180,00 EUR